E’ di questi giorni l’ampio dibattito che si è aperto sul
problema insalata e che ha fatto cadere nel panico chi quotidianamente opta per
un contorno veloce e già pronto.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Torino sulle buste di insalata pronta – studio a cui il
Salvagente ha dato ampio risalto in un articolo dal titolo: “Lavate e
asciugate ma piene di germi”, le insalate in busta, al contrario di
quanto consigliato dai produttori, andrebbero rilavate per diminuire la “carica
microbica”, che purtroppo esiste e resiste all’interno della busta. Non solo. Sempre secondo questa rivista i
microrganismi di varia natura sono destinati a moltiplicarsi dopo l’acquisito, che
perdipiù fanno deperire il prodotto in pochi giorni e ben prima della scadenza
indicata sulla confezione.
Notizie assolutamente non confortanti per chi abita in
città, per chi non ha un orto, per chi
ha fretta e che al super sceglie le buste già pronte! La qualità, però, è
quanto mai varia, e la praticità non può essere l’unico criterio di
scelta…
Anche perché, ammettiamolo, queste insalate in busta, nate
in Germania alla fine degli anni '80,
hanno ormai conquistato le nostre simpatie. I tecnici le chiamano
verdure di "quarta gamma" per distinguerle dai vegetali freschi
(prima gamma), dagli inscatolati (seconda gamma), dai surgelati (terza gamma) e
da quelli confezionati precotti (quinta gamma). La qualità, però, è quanto mai
varia, e la praticità non può essere l’unico criterio di scelta…
Pronta però la replica da parte della categoria interessata
e non solo, che così non è.
Interviene per primo l’ AIIPA Sezione Prodotti
Ortofrutticoli di IV Gamma, Associazione rappresentativa dei produttori che
operano sul mercato italiano che, contestando quanto scritto da Il Salvagente, “rileva con sconcerto il macroscopico e
ingiustificato travisamento del quadro normativo nazionale ed europeo in
materia di parametri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari, dei
risultati della ricerca effettuata dal Dipartimento di Sanità Pubblica e di
Microbiologia dell’Università di Torino e dello studio sui valori nutrizionali
della verdura confezionata svolto nel 2002 dall’INRAN”, e dice basta agli
allarmismi sulle insalate in busta.
Supporta questa tesi anche un’analisi microbiologica
condotta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e
Valle d’Aosta che dimostra invece che le insalate confezionate in busta, lavate
e pronte all’uso, sono sicure. L’importante è saperle conservare.
Eh già …la conservazione.
Queste le regole da seguire: Una busta di insalata si
mantiene in buone condizioni per 3 giorni a 12°C; la durata aumenta a 4-5
giorni se il frigorifero è regolato a 8°C. Controllare però al momento dell’acquisto che
le confezioni siano conservate nei banchi frigorifero. E se il banco è
stracolmo, è meglio scegliere le buste che si trovano più in basso. Vanno
scartati i sacchetti con condensa all’interno, perché l’asciugatura
insufficiente favorisce più in fretta i processi di alterazione. E poi guardare
bene il taglio che deve essere regolare, indice però solo di un lavoro
accurato.
Comunque sia, fatta salva la fretta, l’impegno, la poca
disponibilità, concediamocele pure queste buste…ma quando possiamo l’insalata
andiamo a comprarla direttamente dal contadino e ….tagliamocela da soli. Con pochi minuti in
più…risparmiamo….e mangiamo più sano.
Vuoi mettere?
Ciao Mariassunta, sono la prima, aiuto! E sono anche di parte..opposta!
RispondiEliminaAhimè, io non oso comprare l'insalata in busta, mi sembra così anemica, rispetto il verde delle mi insalatine. Eh, si, il mio giudizio non conta, io tento(ahi il tempo)di fare l'orto, se non riesco comunque vado dall'ortolano, se non riesco proprio, compro almeno quella sfusa.....con quella in busta proprio non riesco. E poi, come dici tu, lavare l'insalta non costa molto; ma allora se il criterio è quello, mangeremo broccoletti e fagiolini solo ristorante?
Mea culpa...mentre cucinare non mi pesa...lavare l'insalata siii!!!e allora W le busteee!!
RispondiEliminaBaci Lieta
Sono proprio d'accordo con te, non mi sembra così difficile preparare un'insalata, per me la busta e' un prodotto che proprio non esiste, non la compro per principio, spero che la gente torni a fare una spesa piu' consapevole e meno consumistica, nel rispetto dell'etica e dell'ambiente.
RispondiEliminaBaci
Marina