Non è un gioco di parole il mio. Sia
chiaro. Il trapizzino, che molti non conoscono, è un panino formato da angoli di pizza bianca riempiti
con carne, pesce e interiora, ingredienti essenziali di ricette famose e
tradizionali della cucina tipica romana. Due elementi che non si erano ancora
mai incontrati e che qualche anno fa sono stati combinati in un felice
matrimonio. E da allora infatti….vissero felici e contenti
Già, perché dovete sapere che questo matrimonio, questa
combinazione di sapori ha dato vita a un nuovo modo di mangiare. Qual è la
novità, dirà qualcuno, se la pizza bianca si mangiava già farcita? Certo, di formaggio o prosciutto, ma non di
roba cucinata, non di sapori forti, non di carne ricca di sugo. Ora la pizza bianca viene riempita di tutto quello
che è di più tipico e caratteristico della cucina romane, vale a dire … polpette al
sugo, coda alla vaccinara, trippa al sugo, pollo alla cacciatora, lingua in
salsa verde, coratella d’abbacchio con carciofi o cipolle, seppie e piselli e il famoso picchiapò.
Sì, anche il picchiapò. Qu'est ce que c'est ça? Chiedeva,
in “C‘eravamo tanto amati”, Stefano Satta
Flores al “Re della mezza porzione”. “E’
manzo lessato e ripassato in padella con cipolle e pomodoro”. “ Ma io vedo poca
carne e tutte cipolle”, rispondeva lo
spiritoso professore. “ A Sor Maè – gli rispondeva piccato l‘oste - ci stanno
5830 trattorie a Roma. C’hai ampia scerta”.
Ora le trattorie sono molte di più. Ma Roma non aveva ancora
il suo street food caratteristico. L’idea di questo connubio è venuta a Stefano
Callegari, che dopo aver girato il mondo come steward, è arrivato alla
conclusione che al cibo italiano e a quello romano in particolare non ci si può
rinunciare, per nessuna ragione al mondo. Come offrire allora una seconda
possibilità alla tipica cucina romana, generalmente così piena di sugo e di
intingolo che non la si può gustare se non da un piatto e seduti? Se altre
cucine tipiche offrono questa possibilità,
come ad esempio il Lampredotto a Firenze o U panu cà meusa, panino con la milza, a Palermo, perché
rinunciare a Roma al piacere di una "scarpetta on the road"? si è
chiesto Callegari. L’idea è stata allora la pizza. O meglio …l'angolo della
pizza bianca cotta nella teglia, che avendo due lati chiusi, poteva essere un
bel posto dove mettere qualcosa di assai gustoso. A questo punto mancava l’accorgimento
tecnico su come trasformare una teglia di pizza bianca in tanti angoli di
pizza. Risolto questo ecco venir fuori tante pizze-tasca che custodiscono un
prezioso, ricco e saporito manicaretto. L’avreste mai detto?
Il successo è stato immediato e le recensioni positive, dal
Gambero Rosso al New York Times, passando per le maggiori guide sul cibo da
strada, più un paio di premi qua e là, ne hanno fatto in poco tempo un classico
della "cucina romana da passeggio"e di Callegari e soci e vale la
pena citarli, Antonio Pratticò, Kabir
Humayun e Gabriele Gatti, degli straordinari creativi di cibo tradizionale. Che
non è poco.
Dove trovare i trapizzini. Ovviamente “ner core de Roma”,
cioè a Testaccio. Vicino alla Chiesa di Santa Maria Liberatrice, c’è il locale
di Callegari. Si chiama 00100 Pizza ( sintesi tra la farina 00 e il CAP di Roma
-la creatività e la romanità di queste persone è davvero inesauribile davvero.
Complimenti ancora.)
I prezzi? 6 euro quello grande e 3,50 quello piccolo. Si
comprano e si portano via.
Fatemi sapere dopo che vi ho dato questa dritta....come è andata eh!
Ciao
Mariassunta
Ciao Mariassunta, certo è che è uno stuzzichino...bhè, si appetitoso. Mai assaggiata la coda alla vaccinara...dovrò cercarmi la ricetta! Un abbraccio, auguri alla mamma e complimenti per la foto del badge! Kiss. NI
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