Se non hai l'orto ....associati . Con chi? Con Campagna Amica per esempio e potrai così lavorare negli orti comuni cittadini!
All'inizio erano solo 11 gli orti cittadini che Campagna Amica, in
collaborazione con altre associazioni aveva attivato in undici città
diverse Genova, Savona, Firenze, Mandria, Assisi, Sant’Anatolia di
Narco, Foligno, Lugnano in Teverina, Roma, Ostuni, Santa Giusta,
rendendo così disponibili a cittadini e scuole terreni incolti e
inutilizzati. Ma la promessa era di allargare sempre di più questa
esperienza in tutto il territorio nazionale. ed infatti così è stato.
Ora nascono a "tamburo battente" e si è perso un pò il conto degli orti
comuni.
Comunque analizzeremo di volta in volta alcune realtà più
significative per dare esempi, consigli, suggerimenti e stimoli a chi
vuole fare e realizzare il suo piccolo orto in città condividendolo con
scuole, associazioni e con altri cittadini. D'altronde quale migliore
risposta in città di un orto condiviso?
L'orto urbano di Roma.
L’orto condiviso di Roma vero e proprio ha una estensione di circa 5
ettari ed è stato realizzato in una piccola porzione dei circa 170
ettari di proprietà comunale, all'interno del Parco Regionale dell’Appia
Antica, e nel cuore della valle della Caffarella. È situato infatti
tra via della Caffarella e la marrana che scorre a sinistra del fiume
Almone.
"L’idea - secondo Campagna Amica - è quella di mantenere viva la
testimonianza dell'uso del suolo di questo territorio che, fin dai tempi
dei romani aveva la funzione di rifornimento di frutta, verdura e
foraggio per Roma.
Nell'ambito di questo intervento è stata anche riprodotta una ruota a modioli per il rifornimento manuale di acqua
ad uso irriguo".
È stato realizzato un capanno degli attrezzi e un’area di lavoro adatta ai bambini. Sono state predisposte due aree sosta che permettono a chi non si reca lì per lavorare di poter godere, ralassandosi, dei colori e degli odori dell’orto.
L’obiettivo di fondo è stato quello di creare uno spazio aperto di didattica e ricerca, un’aula all’aperto dove sperimentare tecniche colturali ed approfondire la conoscenza del mondo naturale.
Nell'ambito di questo intervento è stata anche riprodotta una ruota a modioli per il rifornimento manuale di acqua
ad uso irriguo".
È stato realizzato un capanno degli attrezzi e un’area di lavoro adatta ai bambini. Sono state predisposte due aree sosta che permettono a chi non si reca lì per lavorare di poter godere, ralassandosi, dei colori e degli odori dell’orto.
L’obiettivo di fondo è stato quello di creare uno spazio aperto di didattica e ricerca, un’aula all’aperto dove sperimentare tecniche colturali ed approfondire la conoscenza del mondo naturale.
Cosa si coltiva
I prodotti che vengono coltivati in questo orto condiviso sono quelli
tipici della tradizione romana. E quindi il carciofo romano, detto
anche "cimarolo" o "mammola", caratterizzato da una forma sferica, privo
di spine e largamente impiegato per preparare i rinomati carciofi alla
Giudia. I cavoli-broccoli romaneschi o broccoli cimosi. La zucchina
romana che si distingue dalle altre per la sua tipica forma un po’
curva. Nulla va sprecato tra l'altro di questa coltura, perchè anche i
fiori diventano una prelibatezza. La tradizione li vuole ripieni di
mozzarella e alici e poi impastellati e fritti. Altra verdura tipica è
il finocchio romano, un ortaggio tipico della gastronomia romana. Ma
non possono assolutamente mancare nell'orto e nella tavola dei romani le
tipiche e caratteristiche puntarelle, verdura particolare che si
ottiene da un tipo di cicoria. Come si mangiano? Dopo aver tagliato
molto sottilmente le parti più tenere, si condiscono con un battuto di
aglio, alicetta salata e aceto.
L'organizzazione
L’orto è gestito dall’Ente Parco. Durante la settimana viene aperto
alle scuole e alle associazioni, mentre il sabato diventano protagonisti
gli anziani del quartiere e le famiglie.
Le colture seguono il ciclo delle stagioni. Esiste uno spazio dedicato alle erbe aromatiche ed officinali ed è operativa una
compostiera.
compostiera.
Le attività fervono per produrre verdura fresca e sana. Ci si
consiglia, si discute, si zappa, si innaffia e si raccoglie...tutto
insieme agli altri. E' un nuovo modo di fare "campagna" certamente ..ma è
anche e soprattutto un nuovo modo di vivere la città.
Ciao Mariassunta...dove sei??? (?)
RispondiEliminaChe meraviglia, adoro questo post, (p.s. hai una mail) ed in occasione a queste sane prelibatezze lascio un mondo di auguri e successi ad te grande professionista, se poi in alto vedo un'altra grande donna che resterà sempre nel cuore di tutto il mondo...è commozione!
AUGURI per uno strepitoso 2013! Un fortissimo abbraccio. NI
Grazie Nives....sei sempre gentilissima!
EliminaSei bravissima a fornire queste importanti indicazioni, cara Mariassunta.
RispondiEliminaE' un modo di diffondere civiltà.
Ti abbraccio e ti auguro un Buon 2013.
Ciao,
Lara
Davvero felice che tu Lara la pensi così. Ho grande stima di te e quindi è tutto più apprezzabile! Ciao
EliminaUn piacere per il corpo e per la mente stare all'aria aperta e fare l'orto, anche se, di questi tempi per chi deve comprare anche il prezzemolo è una necessità autoprodursi la verdura.
RispondiEliminaQui nel Chianti invece, dove parecchi ritengono ancora di campare di luce riflessa e come se molte cose non fossero cambiate, (meno male) ritengono chi si dedica all'orto dei bischeri completi e vanno a comprare la frutta e la verdura a caro prezzo lasciando terreni di proprietà in stato di abbanodno "perchè la terra non rende nulla".
Qui pare rendano di più le piscine.
Andrea però penso che molte cose stanno cambiando, anche se non in maniera rivoluzionaria, ma c'è un ritorno alla terra e questo è davvero molto bello.
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