sabato 29 giugno 2013

Ciao Margherita! Intervista alla Signora delle Stelle!

LINKIESTA oggi in occasione della sua morte ha ripubblicato l'intervista che ho fatto l'anno scorso alla professoressa Hack.. 




Novanta anni appena compiuti e ben portati. E un curriculum che cercheremo di sintetizzare davvero in breve. La professoressa Margherita Hack, ha insegnato astronomia all’Università di Trieste e ha diretto l’Osservatorio Astronomico di quella città, portandolo a rinomanza internazionale. Membro delle più prestigiose società fisiche e astronomiche Margherita Hack è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Trieste. È membro dell' Accademia dei Lincei e ha avuto varie collaborazioni con l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e con la Nasa (National Aeronautics and Space Administration). Ma con il suo carattere e il suo modo di fare la professoressa Hack si fa amare ed apprezzare anche fuori dall’ambito scientifico. E non finisce mai di stupire.

Guardare le stelle professoressa dovrebbe essere un’esperienza unica… Ma a furia di stare con il naso all’insù, non è che ci si dimentica poi della vita reale?

In realtà le stelle non si guardano. Oggi a guardarle non troveremmo nulla di nuovo rispetto al passato. Noi analizziamo le radiazioni emesse dalle stelle. Dalle conoscenze ricavate in laboratorio sulle leggi della radiazione, le leggi dei gas, le leggi della struttura della materia, ricaviamo quali sono le condizioni fisiche di una stella, la sua temperatura, la sua densità, la composizione chimica, la sua struttura interna, le fonti della sue energia (le reazioni nucleari), come il consumo di queste fonti faccia “invecchiare “ la stella e con questi studi deduciamo l’evoluzione di una stella.

Parlando di scoperte scientifiche, bisogna dire che sono avvenute più scoperte in questi cento anni che non nei venti secoli precedenti. Come ce lo possiamo spiegare?

Nel passato una grande scoperta avveniva a distanza di secoli. Poi di anni. Nel XX secolo siamo arrivati a considerarle a distanza di mesi. Per appassionare i giovani alle scienze “dure”, matematica, fisica e chimica, occorre insegnarle meglio e di più alle scuole medie. Con più pratica di laboratorio e facendo lavorare in prima persona gli studenti. Inoltre ci vuole più attenzione alla scienza da parte dei governi. Più finanziamenti per la ricerca. Più posti da ricercatore.

La vita degli scienziati è diversa da quella degli altri?

Gli scienziati sono persone come tutte le altre. Anche se il loro lavoro può essere appassionante, vivono in questo mondo e ne condividono i problemi quotidiani, le passioni politiche e anche quelle sportive; possono essere atei o credenti, misantropi o amanti del prossimo, come tutti gli altri esseri umani.

I nostri ricercatori fuggono all’estero. Ma manca il brain drain, cioè il ricambio tra giovani di diverse nazionalità. Quale potrebbe essere la cura perché questo possa accadere?

La cura? Più fondi per la ricerca e più attenzione ai neo dottori di ricerca. E non lasciarsi sfuggire i migliori

Lei si batte da tempo per il testamento biologico, cosa ci può dire in proposito?

Che è necessario. E che è un segno di alta civiltà e anche della laicità dello Stato.

mercoledì 19 giugno 2013

Un intrigante orto-giardino d'alta quota

Che bella vacanza l'anno scorso a Falcade, località dolomitica a 1200 metri sul mare. Questo caldo arrivato all'improvviso me la fa ridesiderare. Un posto davvero bello, fresco,  pieno di verde e di ...verdure!




Non solo passeggiate e burraco con gli amici, ma ammirazione ed estasi per questi angoletti fatati. Ed è stato tutto un clic, perchè quegli orti grandi o minuscoli sapientemente dosati di fiori e di verdure mi hanno stupito davvero. Proprio davanti l'albergo e a fianco dell'impianto di risalita c'era quello della signora Giovanna. Un bella signora veneta "autrice" di una tavolozza di colori e profumi  unici.






Con mio marito un pomeriggio siamo andati lì e ci siamo avvicinati, ma non troppo perchè l'orto non era recintato.




  Eravamo ammaliati da tanto ordine disordine. Sì perchè gli orti giardino sono proprio così. Sembrano disordinati, ma nell'animo della persona che lo ha realizzato esiste un ordine perfetto.




 La signora era in finestra e vedendoci incuriositi ci ha invitato a entrare. Era sopresa  perchè non pensava di attirare l'attenzione dei turisti.  E' scesa e ci ha mostrato questo piccolo angolo di paradiso, che coltiva da sola e che è delimitato da un prato verdissimo.  



 Inutile elencare gli ortaggi e i fiori: si vedono bene no? La sapienza e la cura, di quelle sì vale la pena parlare.  Vedete come le piante più alte segnano non solo il confine dell'orto, ma delimitano e proteggono le altre più tenere e delicate? Come queste piante di fagiolo che incorniciano le insalate.


E il ribes, cari uccelli questa volta non lo mangiate voi.


Fiori di qua e fiori di là non mi stancavo di ammirare. Questi cosa sono? Non finivo mai di chiedere. Ma la signora rispondeva spesso di non conoscere quel fiore perchè i semi glieli aveva dati l'amica che abita più a valle...e quegli altri? una cugina che vive in fondo al paese. E' tutto uno scambio...con questi orti in vetrina. E questi? Oh..ma che belli. Che meraviglia questi boccioli. Mai visti prima. Sembrano delle piccole fucsie e invece noooo... sono i fiori dei fagioli. Un colore bellissimo. I miei sono di un rosa pallido. 


La signora gongolante per i tanti complimenti ci ha detto di aspettare. E' salita in casa ed è scesa con questo barattolo di vetro. Indovinate cosa conteneva?





Ebbene sì, i semi dei fagioli. Lo ha aperto e ce ne ha regalato una manciata. Stesso effetto dei doni di Babbo Natale! Che felicità. Tornati a casa li abbiamo custoditi a dovere e ora sono nel nostro orto. Al prossimo post quindi......





Buon orto anche quest'anno signora Giovanna!

Mariassunta

lunedì 10 giugno 2013

La mia prima zucchina e la de-crescita felice

Finalmente nel mio orto è nata una zucchina.


Embè...direte voi dove sta la novità?
La novità è che nel mio orto le zucchine non nascevano...le piantavo ma si ammalavano sempre e non rendevano.

Quest'anno invece ho adottato un modo diverso....le ho seminate e trapiantate in anticipo, perchè avevo letto che piantandole in ritardo hanno più possibilità di ammalarsi di mal bianco e poichè non amo molto fare interventi chimici, alla fine le toglievo e tanti saluti alle zucchine.

Che devo dire? A quanto pare ha funzionato anticipare un pò i tempi.
Mi sentivo un pò incapace quando tutti mi dicevano che la coltivazione delle zucchine era davvero facile. Ma a me niente.

Ieri quindi l'ho cucinata, e ho seguito la ricettina che mi ha consigliato Eugenio, un esperto agronomo  di Agraria.org, che vive a San Giorgio a Cremano, paese natale di Troisi. Lui che si intende di ortaggi e di cucina tradizionale napoletana, mi ha consigliato di tagliarla a fettine e di friggerla dopo averla passata nella farina e nell'uovo.




Potevo non seguire questo prezioso consiglio per onorare questa mia prima zucchina? Poca cosa però un contorno così...ma ecco l'idea! E già la mia fantasia non si arresta mai.

La pianta come avete visto presentava delle foglie molto grandi e cominciava a seppellire il vicino basilico e le insalate. Al che ho deciso di toglierle...buttarle nella compostiera?
Neanche a pensarlo. Più biologiche di così...davvero un peccato. Allora ho adottato il principio della decrescita...vale a dire ... non si butta nulla.
Sapevo dei tenerumi. Nel sud usano ripassare le foglie della zucchina, ma le parti giovani della pianta...addirittura con le zucchinette attaccate. Perchè allora non provare con le foglie grandi fresche?

Ed ecco la mia ricetta delle foglie di zucca ripassate.

Ho tagliato a pezzetti foglie e gambo. Ho aggiunto anche dei fiori.
Ho lessato tutto in acqua salata.
Dopo aver fatto stufare in olio evo l'aglio e un pizzico di peperoncino ho ripassato la verdura in padella per almeno mezz'ora.

Non ci crederete...davvero buona.E ci si può condire anche la pasta, abbondando con l'olio!

Ecco il mio nuovo contorno. Buono no?



Ciao 
Mariassunta

P.S. Mi ha appena scritto una mia amica in mail chiedendomi molto in confidenza ...se mangio verdura con le posate da pesce....Noooo, ovviamente. Ho solo fatto la foto con queste bellissime posate inglesi che ho in bella vista su un mobiletto del mio living!  Le adorooo! Infatti sono anche in altre mie foto!

sabato 8 giugno 2013

Flashmob... cena in bianco Torino

“Li ho visti subito. Silenziosi, eleganti e bianchissimi! Sono stati i primi ad arrivare poco dopo le 19 in Piazzetta Reale l'anno scorso. Me lo ricordo perfettamente, erano mesi che dialogavo via mail e in rete con migliaia di persone, trovarmi lì davanti all'immenso portone ed alla piazzetta vuota mi faceva un certo effetto... e ricordo che dissi ma credete che verranno davvero... arriveranno?...si saranno vestiti di bianco...?"


Ma ecco arrivare i primi otto. Si sono messi accanto a noi in prima fila ed hanno iniziato ad armeggiare con un tovagliolo, guardavo incuriosita, mentre iniziavano ad arrivare altri partecipanti sullo sfondo di piazza Castello...” Racconta così Antonella Bentivoglio d’Afflitto  l’inizio dell’evento della Cena in Bianco,organizzata lo scorso luglio, che ha visto alla fine presentarsi  2500 partecipanti, tutti di bianco vestiti. Un successo unico.


E  grazie a quel successo, ora si replica dice Antonella, sempre con una suggestiva cena collettiva a sorpresa, un unconventional dinner, sobria ed elegante, in un luogo a sorpresa della città. La data e il luogo sono ancora segreti, e possono partecipare tutti gratuitamente.  Tutto è organizzato nei minimi particolari, nella massima educazione e perfetto stile.
A Parigi questo tipo di evento si svolge ormai da anni. Con Antonella è approdato in Italia.


 Come è nata questa iniziativa ?
In un pomeriggio di maggio dello scorso anno, Antonella decide di inviare una ventina di mail ad amici su facebook proponendo loro di organizzare una cena elegante per strada, vestiti di bianco e seduti a tavola. Come una grande camera da pranzo sotto le stelle, insomma. E nella suggestiva location della Torino barocca. Un modo per essere non solo spettatori che aspettano proposte ma attori protagonisti. Un modo diverso per vivere la propria città in maniera etica, educata, elegante e sobria. Una risposta inimmaginabile. Una pioggia di mail inonda la posta di Antonella. Nasce così il primo il “flashmob cena in bianco Torino”, il più grande spettacolo in bianco che si sia mai visto in Italia!

 

Chi è Antonella Bentivoglio d'Afflitto?
E’ un direttore creativo di uno studio torinese di marketing e  comunicazione, il “The Kitchen of Fashion” di Torino. Uno studio che, come dice Antonella, si impegna a seguire e perseguire un obiettivo comune: “arrivare all'anima ed al cuore delle persone, creare e generare valore aggiunto, realizzare cose belle, inventare nuove storie, raccontare suggestioni e creare atmosfere”. Antonella è nata a Torino ma ha radici napoletane…di Ravello esattamente.  

Tornando alla cena, cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta..
Si tratta di un grande raduno di amici che si incontrano seduti a tavola per una “Cena Non Convenzionale” - spiega ancora Antonella - tutti vestiti di bianco e in un luogo pubblico della città che viene tenuto segreto fino all'ultimo momento. Le caratteristiche sono: Educazione, sobrietà, gentilezza, cordialità, simpatia,leggerezza, eleganza, disponibilità e buone maniere, di questo non se ne può fare proprio a meno per questa "Cena Picnic Semplice e Chic".

 
  
Come raggiungere il luogo dove si terrà l’evento Cena in Bianco Torino?
Si suggerisce di arrivare al luogo dell’evento in auto, bus, tram o metro. Chi verrà con l’automobile dovrà pensare a provvedere a parcheggiarla negli appositi spazi e parcheggi in città. Al termine tutti i rifiuti dovranno essere radunati nei sacchetti per la pattumiera che ogni ospite è gentilmente pregato di portare con sé.  Il luogo del raduno dovrà essere lasciato pulito perfettamente e nello stato di come si trova quando vi si arriva.
  
Cosa devono portare i partecipanti?
 Un tavolo e due sedie (se sono in due!). Un cestino da picnic con cibo di qualità e con 'veri' piatti in ceramica e bicchieri in vetro. Piatti in plastica e in carta e cartone sono vietati. Se vogliono anche vino, acqua, spumante italiano o se non ne può fare a meno….champagne! Sulla tavola di tradizione italiana e piemontese non ci sono bevande gasate e succhi, eccezion fatta per i bambini. I superalcolici sono tassativamente proibiti in quanto si tratta di luogo pubblico con la presenza di minori.
 Ma c’è una cosa, sottolinea Antonella, che tutti devono rispettare e riguarda l’allestimento della tavola. Si richiede originalità, ma solo se essa non altera la sobrietà, l’eleganza, il buon gusto ed il rispetto per gli altri.

 

 Per chi volesse saperne di più questa è la mail di Antonella:
cenainbiancotorino@gmail.com

giovedì 6 giugno 2013

Malva...che panacea!

Le mie erbe che non devono mai mancare nell'orto, le ho posizionate all'interno di una parcella piccola che limita i confini, insieme agli iris e ad altri fiori che rinascono a ogni stagione. E la malva è un'erba a cui non rinuncio da quando l'ho trovata molto benefica e risolutiva per la mia tosse stizzosa che non riusciva ad abbandonarmi.
 
 
Non mi capita spesso di avere la tosse, ma qualche anno fa l'ho avuta e non riuscivo a curarla con nulla...Antibiotici? Acqua pura. Allora mi sono ricordata che mia madre quando ero piccola mi faceva bere un decotto di malva con il miele proprio per far andare via la tosse. 
 
Non è un mistero infatti che le virtù emollienti della malva sono conosciute e apprezzate sin dai tempi antichi. 
 
Il suo nome lo spiega, perchè deriva dal latino mollire, vale a dire....  “capace di ammorbidire”..  
Anche Ippocrate, considerato il padre della medicina, a cui si deve peraltro, l'allontanamento della medicina greca antica e pre-scientifica, legata a magie e credenze religiose, a favore di un metodo razionale e scientifico....anche Ippocrate, raccomandava la malva per le sue proprietà emollienti e lassative. Un' erba povera e molto usata dalla gente povera anche come cibo. 
 In effetti, è ottima nelle minestre o lessata e condita con olio e sale.

Ma ecco come si prepara un decotto di malva:

Fai bollire le foglie o i fiori di malva in mezzo litro di acqua. Poi spegni e lascia riposare il composto per almeno dieci minuti. Dolcifica con un cucchiano di miele e ...bevi!
 
Non solo per la tosse va bene questo decotto, perchè ( senza miele ovviamente) si può utilizzare anche per ammorbidire le fastidiose dermatiti  e gli arrossamenti della pelle del viso, così come è piuttosto utile per curare le infezioni della bocca, tipo stomatiti o gengiviti. E va bene anche per gli ascessi ai denti....
 
Insomma una vera panacea! Poteva quindi mancare nel mio piccolo orto-giardino?
 
Ciao
 Mariassunta


martedì 4 giugno 2013

Un orto……di corsa!




Una casa con un piccolo orto è il sogno di tutti.
Basta un fazzoletto di terra per coltivare verdure sane e frutta saporita. 
 
 
  
Ma se all’inizio sembra facile seminare cavoli per poi mangiarli, ti accorgi che non è così facile. 
Non è semplice improvvisarsi “ortolano” perché bisogna conoscere alcune tecniche importanti. 
 
 
Ecco allora che le domande su come poter avere un orto sano e produttivo si rincorrono. Ovviamente chi ha esperienza ci riesce bene. L’inesperto invece deve conquistare manualità, e acquisire segreti e tecniche per far sì che l’insalata e i pomodori che mette in tavola a cena siano non solo sani ma anche buoni. 
 
Io vado molto di corsa. E tra le mille cose che facciamo, mio marito e io, c'è anche la cura del nostro piccolo orto-giardino
Adesso è pieno di verdure. Ogni parcella è occupata da qualcosa...o da più di qualcosa. Se la pioggia me lo permetterà, fotograferò finalmente ogni cosa. Ah! E vi mostrerò anche l'orto del mio vicino.
 
A presto
Mariassunta