venerdì 27 gennaio 2012

Il Pane di Altamura


 La ricetta è di Anna, l'amica di Lecce. Va bene stiamo parlando di un prodotto DOP. Il pane di Altamura infatti e' ufficialmente il primo prodotto in Europa a fregiarsi del marchio DOP tra i prodotti da forno. Ma Anna ci dimostra che si può fare anche in casa. Questo pane è un prodotto ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro, ricavato dalla macinazione di grani duri di alcune varietà tipiche del luogo e che conferiscono al pane queste caratteristiche ufficiali: "unico per fragranza e sapore: colore giallo, crosta croccante, mollica soffice e porosa, lunga conservabilità".


600 gr di semola di grano duro
15 gr di lievito
1 cucchiaio di malto
1 cucchiaio di sale
acqua qb


Impastare la farina con il malto ed il lievito disciolto in 0,5 dl di acqua e lavorare l'impasto per 20 minuti circa, aggiungendo man mano 3 dl di acqua e comunque fino a "sentire" l'impasto della giusta consistenza. Aggiungere il sale (preventivamente sciolto in un po' di acqua tiepida), lavorare ancora un po' e far riposare l'impasto.

La ricetta parla di un paio di ore di lievitazione, dopodichè deve essere ripreso, si forma una pagnotta tondeggiante e si lascia riposare ancora un'ora coperto.
 Io lascio l'impasto in frigo per una notte, poi lo lavoro di nuovo, formo una pagnotta e lo lascio lievitare a temperatura ambiente per alcune ore. In questo modo, almeno per la mia esperienza, risulta più digeribile e soffice all'interno.

Infornare, dopo aver praticato un taglio a croce sulla superficie, in forno caldo a 250 gradi per 20 minuti, abbassare la temperatura a 220 gradi e lasciare cuocere per 15/20minuti ancora, controllando la cottura sopratutto nella seconda fase.

La crosta deve risultare molto colorata ma non bruciata!
 


mercoledì 25 gennaio 2012

Le cicche di Villa Borghese

La persona  sale che parlotta già al telefono. Si siede dietro di me e io penso….uff..speriamo che non urli! Non urla, ma fa di peggio…parla con voce strozzata e piegato a metà dei due sedili…. Si capisce subito che è una telefonata delicata, perché sussurra. Il che è peggio, perché sull’autobus in genere c’è silenzio e, volente o nolente, tutti sentono tutto….” Ma che sei pazza?” dice soffocando la voce:   “Ma che stai a dì?” “Non se po’ fa”. “T’ho detto e te ripeto che me conoscono tutti. Sai quanto ci mettono a ridirlo a quella!” . E’ in posizione fetale e …” Quella me rovina, lo voi capì? Lo voi capì si o no,  che quella me manna a raccoglie le cicche a Villa Borghese”.


 “ Oh ma che te credi… io so giovane, mica me posso rovinà la vita così eh? …..Vabbè….Vabbè, c’hai sempre ragione tu. “Non ci possiamo andà a magnà fori, è chiaro?…Non ci possiamo andà a un pub…non ci possiamo andà a un ristorante, manco a un bar possiamo andare io e te…..come te lo devo dì!”…..La donna deve insistere perché alzando ancora un po’ di tono, sibila con voce contratta: “A Roma? Ma sei proprio tutta scema…là ci sta mi cognato….che se me vede!” – “Senti Antonè noi solo nà cosa possiamo fà…noi no, ce ne andiamo in una stanza e ce ne stiamo là, solo noi…belli, belli….tranquilli, tranquilli” ….T’ho detto che solo questo possiamo fa lo voi capì o no?.....Ma tu che pensi che io lavoro pè fa magnà l’avvocati? Ohhhh….io me guadagno dieci e me magno venti…e che devo fa magnà a loro….Antonè io mi moie non la lascio….è chiaro questo?”

C’è imbarazzo.. ma cosa avremmo dovuto fare noi, sparire forse? Il  tono intanto cambia….lo sento più sicuro…non urla  più… ed è quasi affettuoso “Su dai…conosco uno che ha una pensioncina…. è un amico….noi andiamo là, tranquilli, tranquilli….stiamo là due ore e pagamo 30 euro”….Quanto? deve aver chiesto lei :“ Trenta euro” La voce ora è melliflua.. vittoriosa… per lo scampato pericolo …per le cicche forse? È deciso ormai: “ Vabbè su.... passo a prende allora fatte trovà ... alla fermata dell’autobus…capito?...Stamo là due ore…tranquilli…tranquilli…..Va bene?  … Dai….dai, che non vedo l’ora….ciao AMO’!

lunedì 23 gennaio 2012

The Help

Ho visto il film in aereo, mentre tornavo dagli States. Uno dei tre films visti, peraltro. E devo dire che mi è piaciuto molto. Per nulla anacronistico. Questa storia tutta al femminile e giocata sulle varie caratteristiche e personalità, funziona davvero bene. Ed è molto coinvolgente.

Il film tratto dall'omonimo romanzo di Kathryn Stockett, mette a fuoco i temi del razzismo dell'America del Sud intorno agli anni '60. La storia è ambientata a Jackson, nel Mississippi. 


Le protagoniste? Da una parte una giornalista fresca di laurea, bianca, che torna a casa e pensa di intervistare una cameriera , nera, che ha allevato ben 17 bambini bianchi. Bambini a cui si è affezionata molto. Una bella sfida....ma vincendo le resistenze, alla fine, saranno molte le cameriere che racconteranno e sveleranno i segreti di quelle case delle signore bianche dalla perfetta apparenza.

Sarà che tornavo da quelle zone. Saint Louis  è infatti, sul Mississippi, sarà che queste storie, tipo "Radici",  mi piacciono molto... che mi sento davvero di consigliarvelo.


sabato 21 gennaio 2012

Muffins ai cramberry e mandorle


Negli Stati Uniti ho mangiato dei muffins deliziosi e leggeri. Buoni...buoni da morire! E allora li ho riprovati a fare, dopo che gli ultimi non mi erano venuti affatto bene, solo perchè avevo seguito una ricetta diversa e il risultato è stato davvero deludente.

Dagli States ho riportato anche una busta di cramberry, i mirtilli rossi americani.

Ho voluto riprovare, seguendo la ricetta classica e devo dire che sono molto soddisfatta del risultato.

Questa la ricetta che ho seguito:

Ingredienti per 12 muffins:

300g. di farina 00 setacciata, 1 bustina di lievito per dolci, un pizzico di sale, 160g. di zucchero di canna, 3 cucchiai di latte, 1 uovo, un vasetto di yogurt ( io ho usato quello ai cereali), mandorle spezzettate, 100 gr di olio di semi di mais, sale.

Mescolare insieme gli ingredienti secchi: farina, zucchero, lievito.

In un'altra ciotola sbattere l’uovo con un pizzico di sale, aggiungere l'olio e lo yogurt.

Sbattere ancora e versare nella ciotola con gli ingredienti secchi. Aggiungere le mandorle spezzettate e i cramberry. Mescolare poco e velocemente.

Il segreto per avere dei muffins leggeri è proprio quello di mescolare poco gli ingredienti, a differenza di come siamo abituati a fare con i nostri dolci. L’impasto non deve essere completamente amalgamato.

Versare il composto nell'apposito stampo che io in genere rivesto con i pirottini di carta.

Cuocere in forno preriscaldato a 180-190°C per 20 minuti ca.

Prima di sformare, lasciare riposare qualche minuto.





 
  Guten Appetit!


                                                                       

mercoledì 18 gennaio 2012

Do you like Pinterest?

Pare non se ne possa fare più a meno e anch'io ci sono caduta.
L'avevo scoperto da tempo e poichè ci si entra con invito....aspettavo che qualcuno me lo inviasse l'"agognato" invito per potermi iscrivere a questo richiestissimo sito. Nell'attesa intanto sbirciavo le varie foto.

 Pochi giorni fa un amico di Fb ha scritto che aveva degli inviti a disposizione e quindi....oh, oh, oh....eccomi iscritta. Va bene. E ora? Non avendo molto tempo a disposizione sto cercando con fatica di capire come muovermi e come funziona. 
Ma soprattutto a cosa serve.
Anche perchè il successo del secolo non è altro che un altro social network.

Un altro? Non bastavano Fb, Twitter, Linkedin?
No, infatti. Ad essi ora si sono aggiunti Pin, Repin e Board...le parole magiche di Pinterest.
Vedi, scegli e scarichi....vedi, scegli e scarichi....Fai Pin e crei Board.

  Sarà che sono davvero all'inizio...ma non ho ben capito a cosa serva. Molti paventano dipendenza. Mahhhh!!! 
Il successo però è innegabile e lo dimostra questa tabella.
Comunque per farla breve....poichè si entra per invito, ne ho a disposizione qualcuno per chi volesse cimentarsi con i pin, repin e board. 
Con la promessa però che mi spiegherà bene come funziona il tutto!


lunedì 16 gennaio 2012

Le donne e le scorciatoie

“Da grande voglio sposare uno ricco. Così faccio la signora”. Frasi così le bambine le dicono tutti i giorni perché fin da piccole l’immaginario collettivo è affidarsi a un uomo che risolve tutti i problemi, salvandoti dalle inquietudini e dalle difficoltà che la vita di tutti i giorni ti presenta. Poi cresci e ti rendi conto che di prìncipi di quella portata, in giro ce ne sono pochi. E allora cominci ad affilare le armi. E qui le strade per l’affermazione delle donne si dividono e si  diversificano.

 C’è chi imbocca le scorciatoie e chi invece percorre le strade diritte verso una meta perlopiù sconosciuta.
Comincio da queste ultime. Irrobustite da una gavetta e da una professionalità acquisita da studi e esperienze varie, queste donne affrontano il mondo con vigore e determinazione, consapevoli che il cammino presenterà tante difficoltà. Coscienti che non sempre arriveranno alla meta. Ma ci provano lo stesso. Come leonesse, imparano a non fare sconti a nessuno, neanche a loro stesse. Strada facendo perdono le sfumature: il bianco è bianco, il nero è nero. Non ci sono più grigi, pallidi celestini o ocra. Non ci sono più vie di mezzo. Rigore e inflessibilità diventano regole di vita. Peculiarità che se non stemperate da caratteri morbidi  e schietti,  per queste “leonesse” la connotazione di antipatica o …ma chi si crede di essere quella là, sono dietro l’angolo.
Antipatiche, antipatiche. Oppure maestrine, quando c’è una certa accondiscendenza.
L’abbigliamento di questo tipo di donne è essenziale: pantaloni, blazer, tailleur, camicie maschili. Le borse grandi e qualche gioiello. Comunque molto eleganti nell’essenzialità. Senza fronzoli.

Queste donne però sono ingombranti e in questo mondo, dove a prevalere è ancora il modello maschile, piano, piano, vengono emarginate.

Meglio le “yes woman”. Vuoi mettere? Donne così ne trovi a iosa. Sono molto ricercate dagli uomini di potere. E loro? Loro escono dal cilindro della zona grigia e diventano “qualcuno” senza grosse fatiche. D’altronde sono state scelte. Che vuoi di più dalla vita? L’imbarazzo della mattina è se indossare una gonna o un pantalone. Una t-shirt o una camicia. Ci aggiungo questo gioiello vistoso, almeno mi si nota! Queste donne comunque riescono a conservare una morale comune.

Poi ci sono le donne che invecehannocapitotuttodallavita, tutte pizzi, trine e occhi languidi. Sono le donne che rovinano la piazza a tutte. Alle prime e alle seconde. Si trovano subito un mentore- metafora- , brutto o bello che sia, e oplà… il gioco è fatto. Anticamere, curriculum, esperienza…che roba è?
Il mondo è loro.
EVVAI!!!!   


sabato 7 gennaio 2012

Ma che buon caffè!

Eh già qui a St.Louis beviamo un caffè strepitoso!
 
Non sto scherzando. La prime volte andavamo al caffè Italia, dietro casa a berci l'Illy. Mia figlia non beve caffè e quindi ci siamo dovuti organizzare noi.
 
Noi? Bè in realtà è stato J, il marito americano di mia figlia, ragazzo straordinario e molto attento, che a Pasqua di due anni fa, ci ha fatto trovare dei pacchetti di caffè vergine di vari tipi....un tostatore e un macinacaffè.
 
Tutto ordinato via internet.

Quando tostano quei grani verdi, si sente per la casa ( e anche fuori) un profumo inebriante che mi fa ricordare la torrefazione di Valeria, al Corso a Priverno, il mio Paese di origine. 
 
Profumi scomparsi.
 
I grani tostati poi li maciniamo, con tanta pazienza nel macinino, proprio come si faceva una volta, ed ecco la "magica" polvere pronta per la moka. 
 
Queste, rigorosamente in due dimensioni, le abbiamo portate noi dall'Italia. 
 
Of course!
 







 

mercoledì 4 gennaio 2012

Solidarietà alle donne ex Omsa

Non potevo far finta di nulla. Anche oltreoceano mi sento di condividere le preoccupazioni per queste donne licenziate a causa del trasferimento all'estero della fabbrica dove loro lavoravano. 
 
Per cui: 

FINO A QUANDO LE 239 DONNE NON VERRANNO RIASSUNTE, 
NON COMPRERO' PIU' I PRODOTTI DEL GRUPPO OMSA:
Philippe Matignon;
Sisi;
Golden Lady;
Hue Donna;
Hue Uomo;
Saltallegro;
Saltallegro Bebé;
Serenella.
 

martedì 3 gennaio 2012

Le frittelle di ....Apuleio!


Pomeriggio dell'anno nuovo e come da tradizione privernate passato a friggere le frittelle, dolci molto semplici e gustosi.  

La storia delle frittelle è molto antica. Ce la racconta  Apuleio, scrittore e filosofo conosciuto per le sue Metamorfosi, 
( o Asino d'oro).

Racconta infatti lo scrittore latino che nell'antica Privernum, ora Priverno, mio Paese natale, agli ospiti per la festa venivano offerte queste pizzette e vino.

Da qui la tradizione di preparare e mangiare questo cibo molto semplice il primo giorno dell'anno. 

E volete che io qui a St. Louis non mi cimentassi? Al mio piccolo cucciolotto sono piaciute molto! Ma anche a noi grandi!

 
Semplice e veloce il procedimento. 
Si impasta acqua farina e lievito. L'impasto deve essere molto morbido, quasi liquido. Si possono aggiungere pinoli, o uvetta, o ...tutti e due.

Quando l'impasto è cresciuto, lo si prende a cucchiaiate e si frigge nell'olio bollente.


Si servono ricoperte di miele...o di zucchero!

Guten Appetit!