giovedì 26 aprile 2012

Border

Ho deciso che nel mio giardino ci sarà un posto dedicato alle piante fiorite. 

Ora in quel punto ci sono solo delle rose. Vorrei creare una vera bordura aggiungendoci altre piante, tipo lavanda che sposterei da sotto il limone, ortensie, tante iris, le calle, il pisello odoroso, lupini etc..etc..

Sto allora cercando delle foto che mi diano delle idee precise. 

Ve le mostro.

Questa con la palizzata mi piace molto, ma è troppo rustica.
Penso che sarebbe più indicata per la parte vicino all'orto.

Colorata e molto, molto carina questa, anche se è più da rock-garden. Vorrei infatti una cosa un pò diversa, perchè devo ricoprire un muretto a cui ho tolto dei rampicanti

Ecco...questa è forse quella che mi piace di più. Piante alte dietro e più basse davanti. E' lo schema che preferisco: mischiare arbusti perenni a piante annuali

Bello verde e elegante questo percorso. Ci sono anche le calle bianche, la lavanda le hosta e gli orci. Mmmm! Qualche idea da qui si può prendere!


E questo piccolo passaggio come lo trovate?  Per me non va bene, ma mi piaceva troppo.

E' troppo piccolo!

E questo è troppo grande. Però la bordura mi piace

bella anche questa... le graminacee ornamentali mi piacciono per la loro flessuosità e leggerezza, ma sono belle solo in determinati periodi. Troppo ingombranti per il mio spazio
photo from pinterest and gardening 

Ecco, quello che mi piacerebbe molto è dare un pò di movimento al passaggio, ma non ho tanto terreno per poter fare questo gioco di mattoni e quindi sto ancora studiando....

martedì 24 aprile 2012

I russi Blinì!

Ve la ricordate Anna, la mia amica di Lecce? 
Questa volta ci insegna a fare una ricetta russa: le crepes di grano saraceno.

Che cosa è il grano saraceno?
A dispetto del nome, questo alimento non ha nulla a che vedere con il grano. Appartiene infatti alla famiglia delle poligonacee, la stessa famiglia che comprende anche il rabarbaro, tanto per intenderci.
Sazia molto ed è una buona fonte di fibre e di minerali, in particolare contiene manganese e magnesio. 

È privo di glutine e quindi è adatto per i soggetti celiaci.
Il grano saraceno non si trova nei supermercati ma nelle erboristerie e nei negozi di cibo biologico.
Da non confondere con la farina di grano saraceno, che invece è piuttosto diffusa, in quanto ingrediente principale della polenta taragna. 

Ma veniamo al racconto e alla ricetta di Anna:

Anni fa, racconta, durante un viaggio in Russia, un’amica armena preparò i blinì. 

I blinì sono delle crepes di farina di grano saraceno che in Russia servono con panna acida e caviale o pesce affumicato, perlopiù.
In quel momento mi raccontò la ricetta in modo un po’ sbrigativo, io mi ripromisi di chiedergliela poi e come spesso accade non ebbi più occasione (un altro dei casi che mi hanno insegnato che è meglio, quando qualcosa ti piace  e soprattutto sei in una situazione tale che potrebbe non essere facilissimo averla, prenderla subito e non rinviare).
Insomma al rientro poi ho cercato la ricette e ho trovato questa, che continuo a usare perché i blinì che preparo piacciono molto a me ed al mio "adorato bene".



Ingredienti:
100 gr di farina di grano saraceno
50 g di farina di frumento
Sale (1 cucchiaino)
¼ di latte
10 g di lievito di birra
3 cucchiai di burro fuso
2 uova



Mescolare le due farine ed il sale. Far sciogliere il lievito in una tazza di latte tiepido e mescolare con la farina, impastare e unire il restante latte, il burro e i tuorli d’uovo (tenere da parte i bianchi). Coprire e lasciar riposare. 


Io in genere preparo questo composto nel primo pomeriggio se desidero i blini per cena, quindi lo faccio riposare più o meno quattro ore.
Trascorso il tempo del riposo, montare a neve ferma gli albumi e incorporarli delicatamente al composto.
Far scaldare olio e burro in un padellino (io ne uso uno antiaderente e appena appena lo ungo) e con un mestolo versare un po’ di impasto in modo da formare una piccola crepe, dorare da entrambi i lati.
Servite tiepidi, accompagnando possibilmente con pesce affumicato, caviale (io trovo gustose le uova di lompo, il caviale semmai ritornerò in Russia lo assaggerò di nuovo lì, qui è intoccabile), ma anche alici….
Oh, non abbiamo osato la vodka ....ma abbiamo accompagnato i blini con un meraviglioso vino rosato nostrano!



Guten Appetit!

Anzi...Priatnovo Appetita!

Anna

venerdì 20 aprile 2012

Good trip in Stratford on Avon

Ho un ricordo fantastico delle due estati passate a lavorare e studiare a Stratford upon Avon, la città natale di Shakespeare, città in cui tutto è accentrato su di lui e dove tutto si muove intorno a lui.
Qualcuno ha visto il film "Shakespeare in love"?
E' passato un bel pò di tempo ma questo amarcord mi entusiasma e mi avvince. Allora mi piace portare anche voi nei luoghi più rappresentativi di questa bellissima e caratteristica cittadina, con la speranza che possiate apprezzare questo mio viaggio all'indietro del tempo. E che anche voi possiate emozionarvi alla vista di questo delizioso villaggio dalle caratteristiche case di legno in stile Tudor.

E allora benvenuti a Stratford

La cittadina, che si trova nell'Inghilterra centrale, ha più di 20mila abitanti, è collegata molto bene a Londra e Birmingam, ed è visitata da tantissima gente.

L'Avon è il fiume che l'attraversa e sulle sue rive c'è il Royal Shakespeare Theatre 


Il fiume è navigabile con questi battelli


La chiesa che si trova in fondo al teatro è la Holy Trinity Church, dove Shakespeare venne battezzato.

Dovete sapere che sono molte le case da visitare riferite a Shakeaspeare e alla sua famiglia.

Ecco la sua casa natale in Henley Street, dentro è stata riammobiliata.


Questa la casa della figlia Susannah


E questo l'affascinante e caratteristico Anne Hathaway's Cottage, la casa della moglie


fuori città c'è poi la casa della madre, c'è quella in cui è cresciuto. Insomma un bel tour. 

Ma vediamo il centro della cittadina, dove ci sono molte case come queste ...

 la Chapel Street


 Guardiamo bene la Holy Trinity Church. Una sera con il gruppo di amici andammo a visitare il cimitero che rimaneva aperto anche di notte.  C'era un professore di Roma amante dell'occulto, e che girava sempre con un pendolino. Era un pò fissato con queste cose, ma noi non lo prendevamo molto sul serio. Certo fu una passeggiata un pò lugubre, ma quando si è giovani si fanno cose che solo a ripensarci...



A Stratford sono andata con una mia amica.  Inizialmente abbiamo lavorato in un bellissimo hotel un pò in periferia. Poi siamo andate a servire ai tavoli del Riverside Restaurant, un ristorante con sala da tè e bar, molto centrale e che si trova davanti al fiume e al teatro. Il pomeriggio andavamo a lezione di inglese da una signora che ricordo ancora come si chiamava, sposata a un italiano. E la sera ci incontravamo tutti noi italiani nel bar di un signore di Parma, a ingozzarci di cappuccini e brioche.

Questo il monumento del parco, proprio davanti al "nostro" Riverside


davanti al fiume e al teatro e sulla stessa strada del Riverside  c'è il The Black Swan, conosciuto localmente come the Dirty Duck (l'anatra sporca), un pub che veniva frequentato dagli attori dopo gli spettacoli e dove noi andavamo ogni tanto a bere il sidro


Ed eccolo l'ex Riverside...ora nella parte centrale c'è un ristorante italiano, mentre, in Sheep Street, quelle due finestre più alte erano la nostra camera da letto. Sotto le due finestre, c'era il bar del Riverside. Ora c'è un ristorante indiano


Ciao

martedì 17 aprile 2012

Case fantasma. Forse si fa sul serio?

Questo articolo l'ho scritto per un quotidiano...penso sia interessante postarlo anche qua.....
 
Case fantasma al capolinea?
 


Forse si fa sul serio. Un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, dispone che i dati e le notizie relative alle utenze di gas, luce e acqua devono essere trasmesse all’anagrafe tributaria.
Le comunicazioni devono contenere i dati catastali aggiornati dell’immobile su cui vengono attivate le utenze nuove e se variate va fatta una comunicazione di variazione.
Ecco quindi che parte finalmente un controllo mirato al…mattone per cercare di sconfiggere l’evasione sempre più diffusa tra i proprietari di case…sia date in affitto…sia locate dagli stessi proprietari. Insomma per chi non paga le tasse, finalmente è venuto il momento di fare due conti.
Il primo step del tanto declamato federalismo fiscale è entro la fine di questo mese…quando cioè tutte le case “fantasma” dovranno “emergere” dall’anonimato e avere finalmente una classifica catastale, per non cadere nelle sanzioni dei sindaci. Pare che verranno premiati in qualche modo i comuni che si attiveranno e che raggiungeranno ottimi risultati al riguardo.

E’ ovvio che si gioca sugli affitti in nero. A questo proposito c’è una fotografia dell’Istat che afferma che ad a vere la casa di proprietà sono circa 16,9 milioni di famiglie e che invece vivono in affitto  4,7 milioni di famiglie . Ed ecco le sorprese e i dati scomposti: le case che vengono dichiarate dalle dichiarazioni dei redditi sono pressappoco 2,7 milioni, quelle che appartengono agli enti pubblici sono circa 1 milione e diciamo 500 mila quelle appartenenti alle società.
E allora? Allora è presto detto, mezzo milione di famiglie vive in affitto in case non loro, ma non risulta nulla. Non hanno un contratto e quindi…pagano in nero! L’Istat si è avventurato anche nei conti …della serva. Calcolato un affitto medio mensile…moltiplicato X, diviso X …insomma a farla breve l’evasione presunta su questi immobili si aggira sui 972 milioni. Sì 972 milioni di soldi evasi e messi in tasca, senza pagare una lira.   Circa un miliardo all’anno che va assolutamente recuperato, soprattutto di questi tempi.
Ecco quindi che l’Agenzia delle Entrate ha avviato con un provvedimento la segnalazione delle utenze, che dovrebbe cercare di sconfiggere l’evasione. Dovrebbe però, perché sappiamo bene che  fatta la legge…. trovato l’inganno. Con gli incroci di Sogei il problema dovrebbe essere risolto no? A quanto pare i proprietari di case …in nero, soprattutto locate a studenti fuori sede, hanno trovato la soluzione. Si intestano tutte le utenze…e poi le fanno pagare agli inquilini, sempre in nero.

Aspettiamo però fiduciosi la riforma del federalismo fiscale sperando che si dia finalmente una svolta a questo annoso problema. Ne va di vantaggio per tutti. Delle città, dove queste case “fantasma” esistono e ne va soprattutto lo Stato che ricambierà in servizi migliori e efficienti tutti noi “paganti”!

                              







                 





sabato 14 aprile 2012

La tregua di Lucy!

Finalmente uno spiraglio di sole, dopo due giorni di pioggia incessante.
Non si parla che di lei in questi giorni: Lucy, il mini ciclone che sta annacquando tutta l'Italia.

Ne approfitto subito. Mi cambio le scarpe e vado fuori a verificare se le lumache ci hanno lasciato qualcosa.
Eccolo il mio primo iris....è davvero bello, elegante e "fascinoso".


Vicino alla sinuosa calla fa quasi perdere la testa
 

bisogna riconoscere che la pioggia all'insalata fa proprio bene


ehi, ehi... finalmente sono spuntate le fave. Qualche giorno ancora e poi...fave e pecorino!

 
 Questa pianta da fiore me l'ha regalata un signore che abita vicino alla fermata dell'autobus. E' bastato che dicessi ...che bella pianta e lui la sera me ne ha regalata una. Mi ha fatto tanto piacere sapere che ancora esistono persone attente e generose



le "perle" d'acqua impreziosiscono queste foglie del cespuglietto di trifoglio che contorna una panchetta


e i fiori chiusi aspettano che domani esca il sole ...per rieplodere e illuminare di colore l'angoletto del mio orto - giardino


mercoledì 11 aprile 2012

A gentile richiesta!

Ho messo su Fb la foto dei miei lavori pasquali: due pastiere, due colombe e una pizza al formaggio e Antonio, un mastro birraio di tutto rispetto, ha appena pubblicato un libro sull'argomento, mi ha chiesto la ricetta della colomba.



 Io l'ho trovata su cookaround, ma ve la riporto volentieri.
Non è affatto difficile. Bisogna solo organizzarsi perchè si devono fare due impasti.

Ho iniziato la sera prima con questi ingredienti

Primo impasto
13 gr lievito di birra
125 gr zucchero
100 gr tuorli
190 gr acqua
135 gr burro morbido
500 gr farina manitoba.

Ho sciolto il lievito con l'acqua tiepida, aggiunto lo zucchero e metà dei tuorli, e ho iniziato ad amalgamare. Quindi ho aggiunto la farina e gli altri tuorli. Impastare bene. Solo a questo punto bisogna amalgamare all'impasto il burro, che deve essere morbido. Lavorare fino a che l'impasto non si attacchi più alle dita.

Dopodichè ho coperto con pellicola e messo in forno fino al mattino successivo.

Secondo impasto
125 gr zucchero
10 gr miele
50 gr acqua
100 gr tuorli
250 gr farina 00
8 gr sale
125 gr burro
se volete potete aggiungere i canditi o la cioccolata a pezzetti.
Come aroma quello che vi pare. Io ho messo due bustine di vaniglia...che emana un profumo divino!

Questo il procedimento successivo.
Al primo impasto ho aggiunto zucchero, miele, acqua e meta' dei tuorli.
E dopo un pò anche la farina. Ho lavorato bene il tutto e poi ho aggiunto gli altri tuorli. Poi quando l'impasto diventa elastico ho aggiunto il sale, il burro morbido e le bustine di vaniglina e se volete...cioccolata o canditi. Impastare bene fino a quando non si attacca più alle dita. 
Questo impasto va rimesso per circa 1 h. nel forno spento e senza pellicola.

Versare poi negli stampi. Ne servono due da un Kg l'uno.

Lasciare lievitare sempre dentro il forno per altre 5 o 6 ore, perlomeno fino a quando l'impasto non raggiunge il bordo.

Prima di infornare glassare la superficie con poco albume. mescolato a mandorle tritate e circa 150 gr. di zucchero.
Spalmare tutto sull'impasto e guarnire con mandorle intere. Attenzione che quando cuoce scende....come è successo a me! Quindi regolatevi!

L'impasto è terminato. Far cuocere in forno per circa 1h. a 160/180...dipende dal forno.



C'è chi la lascia asciugare a testa in giù per mezza giornata infilzata in un ferro da calza. 
Io non l'ho fatto e questa è:


photo by me


martedì 10 aprile 2012

Si torna alla quotidianità!

Le feste sono finite e allora torniamo alla nostra normalità, fatta di lavoro e hobby!

Hobby? Mah! Fatica e lavoro direi! Anche se dà soddisfazione certo, il lavoro della terra. E allora eccolo il mio orto - giardino di adesso.

Vi dico una cosa all'orecchio: io non so fotografare. Aziono lo scatto, e lo faccio anche da poco...perchè ho sempre delegato a loro, marito e ai figli, le foto. Loro sì che sono bravi!
Quando anni fa si facevano le foto in bianco e nero ( e ne abbiamo di bellissime),  io facevo "l'assistente" in camera oscura. Questo è tutto!

Le mie foto servono solo ad accompagnare e presentare i miei pensieri. 

Vabbè...basta, ora andiamo nell'orto, partendo da qui...dalla cucina. Sì perchè... quando la mattina sorseggio di corsa il caffè, osservo il davanzale con i geranei fioriti. Intravvedo da lì l'orto-giardino...vorrei scendere....ma non ho tempo devo correre! A volte mentre mi giro per andarmene ... mi scopro a dire ...ciao ( non lo dite a nessuno però!)

Lì fuori i cocci sono tutti da una parte in attesa di venire ricollocati

Di fronte comincia a fare capolino l'iris

e le margherite, che vogliono stare dappertutto...

...anche tra la lavanda. Pare infatti che la fresia vermiglia si vergogni di apparire tra le margherite in fiore!

Poteva mancare la rossa regina?

La bergenia fiorita, sinuosa ed elegante, riempie gli angoli.

Anche le violette, che coprono tutto, non smettono di fiorire.

E che dire di questa nuvola di rosmarino prostrato che sembra sommergere le margherite? Chi la dura...la vince!

L'orto in questa stagione non è ancora molto in produzione, anche se fra qualche giorno questa croccante insalata sarà pronta


Intanto aspettiamo con ansia che da questi fiori nascano finalmente le fave:

Hobby o lavoro allora? Il terreno è pronto per accogliere pomodori, peperoni, zucchine e tutte le altre colture estive

Il prugno che svetta sui fiori e le verdure ha lasciato cadere i fiori sulla terra per far posto ai piccoli frutti. E io osservo questi "picciolini" in trepidante attesa delle bionde prugne che si trasformeranno presto in  "aspra" marmellata!

venerdì 6 aprile 2012

Sacconi, catene e bastoni appena pitturati!

Non è un post politico ...ma un ricordo di un giorno particolare.

Il ricordo del venerdì santo e dei suoi riti. 
Riti che vissuti in un Paese e in una comunità si sentono di più e che invece se vivi ora in una città come la mia, si perdono e si dimenticano.

Una città senza tradizioni è come una città senza radici.

A Priverno, mio paese natio, la processione del venerdì santo è molto sentita. E' antica e si tramanda da generazioni, tanto è vero che la partecipazione è massiccia. Ogni parrocchia, contrada o vicolo, porta una sua "macchina" che raffigura una scena della Passione. Ogni tanto ci si ferma e si sosta per dar modo ai cantori di intonare e "attaccare" l'inno triste e cupo di quella raffigurazione.

Ci saranno almeno 10 di queste macchine che aprono quella che sarà poi la vera processione con la bara di Gesù morto!



Ma  poco prima della bara il silenzio si fa totale. Sssstttt.....arrivano! State zitti....ecco sentite? Sì, si sentono le catene strisciare a terra. Ed ecco due persone incappucciate e vestite di nero...donne o uomini chissà...nessuno le conosce, la loro identità è nota solo all'arciprete e al comandante dei carabinieri... che per espiare chissà quali colpe, si infilano questi sacchi neri e vanno in processione a piedi nudi trascinandosi dietro delle grosse catene legate alle caviglie.

Tutti arretrano a questo passaggio colti da un brivido di mistero e di paura, cercando di immaginare dalla figura e dai piedi chi potrebbe essere questo "peccatore". Donna o uomo? Conosciuto o sconosciuto? Nessuno lo saprà mai.

Un passaggio lento....come lento è il rumore metallico che penetra dentro!



Ma ecco voci lontane di donne che cantando smorzano e alleggeriscono questo silenzio.

Sono le "vedove nere". Donne giovani e anziane vestite di scuro e con una bandiera nera in spalla, che accompagnano nei due lati della bara... "cataletto" di Gesù morto, cantando mesti nenie.

Ho un ricordo leggero di un lontano venerdì santo.
Era l'anno della maturità e con la mia amica Elvira, decidemmo di andare anche noi.

Ma ahimè fu l'anno in cui le bandiere da 6 passarono a 8. Ora ne sono molte di più.

Fummo le ultime ad arrivare in Cattedrale e ci toccarono le ultime due bandiere.

I bastoni erano stati verniciati di fresco. Ma che potevamo fare? Rinunciare? Mai!
Durante la processione iniziò a piovere e la vernice scivolò sopra i nostri cappotti neri che ci avevano prestato. Eravamo giovani e all'epoca il nero si usava solo per portare il lutto. Non era di moda come ora. Quindi ci facemmo prestare da amici e parenti indumenti che rovinammo paurosamente. 

E questo nero " marronato" del mio ricordo "leggero"  si interseca, confonde e lega a una tradizione vera e davvero sentita!



Le foto sono dell'amico e collega Sandro Paglia