L'altra sera a cena a casa di amici si parlava di agricoltura e di
orti condivisi. Sarà che ho contagiato tutti con questa mia passione per
l'orto, che ormai anche i miei amici che abitano in appartamento hanno
deciso di accelerare sull'orto condiviso. Ma non è che una cosa del
genere accade dall'oggi al domani. Servono permessi e servono "licenze"
per coltivare insalata e pomodori insieme agli altri.
Le spinte verso un'agricoltura fai da te non vengono certo recepite
da chi si occupa del bene pubblico. Se andiamo a curiosare tra i
programmi dei partiti, diciamo che tutti hanno ignorato questo
desiderio.
Il Movimento 5 Stelle non ha neanche compreso nel proprio
programma un punto preciso che riguarda l'agricoltura, ma qua e là
riporta dei riferimenti, come questo sotto la voce "Energia"...... Legalizzazione
e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando
all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole
finalizzate a ciò.
Rivoluzione Civile si augurava solo un'agricoltura libera da OGM.
Il Partito Democratico ha puntato il dito sui "cambiamenti climatici,
il deficit di risorse (acqua, in primo luogo), le agro-energie ed i
biocarburanti, lo squilibrio alimentare mondiale e la solidarietà con i
Paesi a diversi sviluppo...che costituiscono alcune tra le più urgenti
questioni a livello globale entro cui misurare le nuove strategie per lo
sviluppo del sistema agro-alimentare".
Il PDL ha parlato della salvaguardia dei prodotti italiani e della
defiscalizzazione per i giovani che vorrebbero occuparsi di
agricoltura...
Ma il nodo centrale, che è appunto la possibilità per ogni cittadino
di poter disporre con ordine e organizzazione di aree pubbliche dove
poter coltivare ortaggi per sé e per la propria famiglia, a ben vedere
tutti continuano ad ignorarlo. E le spinte vengono proprio da lì...tanto
è vero che nelle periferie delle grandi città non è raro vedere
appezzamenti di terreno pubblico recintati con mezzi di fortuna e
trasformati in orto, in maniera abusiva e illegale!
Allora, ci chiedevamo l'altra sera.... c'è un modo di procedere senza aspettare che la cosa cada dall'alto?
Sì, c'è. Il consiglio è quello di cominciare ad osservare bene se nel
proprio quartiere esistano delle aree abbandonate e che potrebbero
essere adatte allo scopo. Una volta individuato lo spazio i cittadini
dovranno preoccuparsi di come poterlo utitlizzare quello spazio. Se
l'area è privata la trattativa sarà su un piano commerciale, se pubblica
sarà su un piano politico.
Qualcuno comincia a fare scuola. Milano per esempio, con la delibera
N.1143 del 28 maggio dello scorso anno, il Comune ha deciso di
riconoscere e promuovere la pratica degli orti condivisi. Anche Roma e
altre città si stanno organizzando. Daltronde è questo un modo per
rivitalizzare i cosiddetti non-luoghi e vuoi mettere...come sarebbero
contenti genitori e bambini di poter disporre in ogni città di questi
recinti "creativi" e produttivi?
Nella mia città ci sono orti gestiti dagli "anziani" in ogni quartiere.E già mi sembra una bella cosa. Ma quello che tu descrivi mi sembra interessantissimo e come una specie di evoluzione-incremento
RispondiEliminasarebbe davvero molto belo avere degli spazi da far rivivere con orti e coltivazioni...solo un sogno? speriamo di no... un abbraccio e buona settimana Lory
RispondiEliminada me gli orti condivisi ci sono già da molti anni, un pò in tutti i quartieri, e l'ho sempre trovata una bella cosa!
RispondiEliminadi fronte casa mia c'è da 30 anni uno spazio verde recintato, mi piacerebbe conoscere il proprietario e capire se può essere interessato
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